Un vasto studio scientifico ha dimostrato che l’integrazione di vitamina D incide positivamente sulla salute generale, ma soltanto per le persone che presentano un peso corporeo nella norma. Scopri perché la vitamina D funziona in modo differente a seconda dell’indice di massa corporea (IMC) di chi l’assume.
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L’aumento della popolazione sovrappeso, a cui stiamo assistendo anche in Italia, in particolar modo tra i giovani, potrebbe rendere necessario elaborare delle strategie per evitare diffuse carenze di questa vitamina, che potrebbero incidere sulla qualità generale della salute.
Secondo lo European Regional Obesity Report del 2022, stilato dall’Oms, l’Italia è infatti tra i primi posti in Europa per incidenza della popolazione sovrappeso e obesa in età pediatrica e adolescenziale. Se la tendenza non verrà invertita, il rischio è di assistere a un incremento delle problematiche legate alla carenza di questo micronutriente.
La vitamina D svolge un ruolo determinante nel mantenere in salute ossa, denti e muscolatura, e contribuisce a favorire una regolare risposta immunitaria. Per tale ragione, molte persone assumono con costanza integratori di vitamina D, così da assicurare al proprio corpo un quantitativo sufficiente del micronutriente. Tuttavia, secondo un recente studio americano, l’utilizzo di integratori nella popolazione sovrappeso risulta molto meno efficace che nei normopeso.
Per tale ragione, chi è sovrappeso non riesce a ottenere dalla vitamina D i medesimi benefici delle persone con un IMC normale.
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Come l’organismo utilizza la vitamina D
Lo studio statunitense, pubblicato sulla rivista medica JAMA Network Open, è basato sui dati provenienti da uno studio placebo-controllato (VITAL), che ha riguardato 25.871 uomini e donne di nazionalità americana, sia di mezza età che in età più avanzata. In particolare, gli scienziati hanno concentrato la loro attenzione su 16.515 partecipanti.
Analizzando i campioni di sangue, il team ha misurato i livelli ematici di vitamina D e dei suoi cosiddetti biomarcatori, che indicano quanto efficacemente l’organismo metabolizza e utilizza il nutriente.
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La popolazione sovrappeso necessita di quantità maggiori
Confrontando i valori delle persone normopeso con quelli di chi presentava un IMC superiore a 25, gli scienziati hanno notato una differenza sostanziale. Le persone sovrappeso non riuscivano infatti ad ottenere i medesimi effetti benefici sulla salute dei normopeso, anche se assumevano lo stesso quantitativo di vitamina D.
Sulla base dei risultati dello studio VITAL, così come di precedenti ricerche, gli scienziati hanno concluso che la popolazione sovrappeso necessita di più vitamina D per raggiungere gli effetti desiderati; il team ha inoltre indicato come queste osservazioni cliniche potrebbero spiegare perché alcuni studi scientifici non sono riusciti a dimostrare gli effetti dell’assunzione di vitamina D.
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Le D-perle, l’assorbimento da parte dell’organismo è documentato
Le D-Perle, piccole perle di softgel contenenti una speciale formulazione di Pharma Nord, con vitamina D3 biologicamente attiva disciolta in olio extravergine di oliva spremuto a freddo, sono state testate in numerosi studi scientifici, che ne hanno dimostrato i benefici per la salute.
Il preparato garantisce un assorbimento eccellente, parametro di importanza cruciale perché l’azione della vitamina D sia efficace. Tuttavia, in caso di sovrappeso, il livello ematico di vitamina D risulta ridotto, e pertanto chi presenta un IMC importante riscontra difficoltà a metabolizzare e utilizzare il micronutriente, necessitando di quantitativi maggiori.
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