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    Ossido di ferro | Colorante ricavato dal ferro ossidato


    Il termine ossido di ferro (sigla E172) indica una serie di pigmenti di vari colori (giallo, rosso, marrone e nero). Gli ossidi di ferro possono essere aggiunti alle capsule di integratori, in modo da proteggere i principi attivi dalla degradazione causata dalla luce solare.

    L'ossido di ferro utilizzato come eccipiente è chimicamente puro e, di fatto, insolubile in acqua. Il quantitativo di ferro comunemente presente negli integratori, già irrisorio, viene assorbito dall'organismo in quantità così trascurabili da poter essere assunto tranquillamente da chi ha rinunciato agli integratori di ferro. Le naturali variazioni di apporto di ferro che si verificano a causa dell’alimentazione superano di gran lunga l’ammontare del contenuto di ossido di ferro come eccipiente.

    Gli esperimenti hanno dimostrato che in condizioni pari a quelle del tratto gastrointestinale, la quantità di ossido di ferro che si dissolve raggiunge al massimo una percentuale dello 0,054%. La quantità assorbita tramite integratori alimentari è fisiologicamente irrilevante come fonte di ferro.

    L'ossido di ferro (Fe3O4) è formato da ferro e ossigeno; poiché sia il ferro che l'ossigeno sono elementi chimici, ovvero costituenti fondamentali delle sostanze, l’ossido di ferro può essere definito come un composto naturale. Non esiste un ossido di ferro prodotto naturalmente, come indicato in alcuni integratori. Il ferro che arrugginisce è certamente naturale, ma necessita comunque di essere sottoposto a un processo di natura chimica per essere utilizzato negli integratori.

    L'ossido di ferro è dannoso esclusivamente se inalato.