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Più di un milione di italiani soffre di insufficienza cardiaca cronica. Per qualche motivo hanno il cuore che non riesce a produrre abbastanza energia. Se vuoi saperne di più sul cuore a corto di energia leggi qui...

L'insufficienza cardiaca cronica è una condizione per cui metà dei pazienti muore entro un periodo di cinque anni dalla diagnosi se non riceve alcun trattamento. Con oltre un milione e mezzo di giorni d'ospedalizzazione all'anno, l'insufficienza cardiaca cronica costa una fortuna ai contribuenti
italiani.

 

"Fabbriche d'energia" cellulare

Con insufficienza cardiaca si intende anche l’avere il cuore a corto di energia. Il cuore è il muscolo con il carico di lavoro maggiore all'interno del corpo umano e richiede enormi quantità di energia per contrarsi ritmicamente giorno e notte. L'energia viene prodotta all'interno di piccole centrali elettriche denominate mitocondri. Quando queste ultime non sono più in grado di generare sufficiente energia, il cuore perde la sua forza.

 

Ampio studio sull'insufficienza cardiaca

La scienza è interessata a scoprire le cause di questa deplezione. Alcuni anni fa è stato pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology (JACC) uno studio svolto su 420 pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica.

Q-Symbio, così si chiama lo studio, è stato il primo del suo genere. Per il loro studio i ricercatori hanno scelto nello specifico il Q10 Gold, dato che il particolare preparato di coenzima Q10 può documentare meglio la biodisponibilità rispetto ad altri marchi di Q10 presenti sul mercato.

 

Ulteriori informazioni

 

La prevenzione è il futuro

In seguito alla propria adesione allo European Heart Failure Awareness Day 2016 svoltosi a maggio, 41 centri cardiologici in tutta Italia hanno divulgato informazioni sulla prevenzione, la cura ed il trattamento dell'insufficienza cardiaca cronica.

Lo studio Q-Symbio si inserisce perfettamente in questo contesto, in particolare perché la ricerca è basata su strategie d'intervento naturali e sicure per diminuire i tassi di mortalità e per migliorare la qualità della vita in una condizione che normalmente è di difficile gestione.